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di Manuel Barbera (manuel.barbera@bmanuel.org).
Jus Jurium (in latino 'minestrone di diritti') è un corpus in lingua italiana
che intende coprire la totalità dell'universo di discorso legale oggi corrente in Italia.
Molti dei testi necessari al progetto erano liberamente raccoglibili in base alla legge
22 aprile 1941 n. 633 "Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio", il cui
art. 5 stabilisce che «Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali
dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere».
La molteplicità dei tipi di discorso legale che il corpus vuole documentare, da un lato, e la curiosa omofonia tra 'diritto' e 'minestrone' in latino, hanno ispirato il nome con cui abbiamo battezzato il nostro corpus: che vorremmo una ricca zuppa ("jus") di ogni più saporoso tipo di discorso legale esistente oggi in Italia.
Jus Jurium, progettato da Manuel Barbera, presto affiancato da Elisa
Corino e soprattutto Cristina Onesti, è propriamente nato nel febbraio 2005. Molte trascrizioni
sono state effettuate da tirocinanti della Facoltà di Lingue dell'Università di Torino,
Chiara de Zanet, Dario Strippoli, Fiammetta Bruno, Magdalena Legiecka e Mirela Nastasia, cui vanno meritati
ringraziamenti. Un ringraziamento particolare, inoltre, va a Bice Mortara,
Mario Garavelli e Salvatore Granata, i cui consigli sono stati spesso indispensabili.
Naturalmente non si tratta di un database giuridico (strumenti, peraltro,
già esistenti e funzionanti), essendo le sue finalità precipuamente linguistiche: il corpus,
infatti è etichettato per parti del discorso ed ha un robusto markup testuale e diplomatico.
Tra le sue finalità, in particolare, è proprio quella di poter interrogare in modo "ricco"
i testi, intersecando la loro definizione diplomatica con il loro assetto linguistico e testuale.
Jus Jurium propriamente è un insieme di più subcorpora.
Attualmente, si sta lavorando a tre subcorpora,
che seguono, per così dire von Wiege zum Grabe, tuta la "vita" delle leggi, dal loro
concepimento nelle discussioni parlamentari, alla loro codificazione in
regole normative, alla loro applicazione nei ptocedimenti giudiziari.
In futiro speriamo di aggiungere altri due subcorpora, uno dedicato all'insegnamento della Legge,
e l'altro a come le persone "normali" parlano di solito di legge.
Tutti i subcorpora saranno interrogabili uno alla volta o tutti insieme con il medesimo
software (CQP), il medesimo interfaccia e le medesime modalità degli altri corpora progettati
in bmanuel.org e distribuiti da corpora.unito.it.
In sintesi, l'articolazione generale di Jus Jurium nella sua concezione più ampia sarà la seguente:
Sectio Parlamentaris consistente negli "stenografici"
delle sessioni delle Camere e delle Commissioni camerali, dei vari Atti di indirizzo e di controllo e dei Disegni di legge.
Sectio Normativa consistenti nella Costituzione, nei Codici, nelle leggi e nei decreti
di Governo, Ministri, Regioni ed Autorità amministrative autonome, e in una campionatura di testi paranormativi.
Sectio Judicialis consistente negli atti ("sentenze" ecc.) pronunciati dalle varie Corti,
si tutti i gradi.
Sectio Didactica sarà inplementata se otterremo il copyright di qualche rappresentativo manuale di Diritto.
Sectio Communis sarà esportata dal NUNC italiano, selezionando i newsgroup di interesse legale.
Oltre alla dimensione relativa al tipo di discorso giuridico (riflessa nella organizzazione in sezioni del corpus), si è tenuto conto, quando possibile, anche della, trasversale, dimensione della estensione locale: le sezioni 2 e 3 infatti comprendono testi tanto nazionali quanto regionali; in un futuro si potrà espandersi anche ai testi europei ed internazionali (purché in lingua italiana).
Quanto alla scelta dei testi, è da notare che la loro "rappresentatività" è assai particolare, soprattutto dal punto di vista della dimensione della cronologia. Il concetto di contemporaneità qui si configura infatti in modo più problematico dell'usuale, data la curiosa natura astorica dei testi legali: anche un Regio Decreto, se mai revocato, è tuttora in vigore; e facendo parte della normativa vigente è issofatto attuale e "contemporaneo". La "contemporaneità" dei materiali, oltre che de jure, è comunque garantita anche de facto dalla loro presenza online in più siti, anche di carattere non istituzionale, il che li garantisce come testi rappresentativi in quanto effettivamente presenti nell' "uso" attuale. Un bilanciamento, inoltre, verso la nozione ordinaria di contemporaneo, è stato comunque introdotto favorendo, quando possibile (ad es. per i testi parlamentari, non normativi, per cui non vale il discorso "legale" sopra accennato), i testi prodotti nell'ultima legislatura.
Il problema del bilanciamento secondo la dimensione della varietà testuale, inteso come la quantità dei testi da scaricare per ogni tipologia, era rilevate soprattutto per i subcorpora 2 e 3. Tale bilanciamento si può, infatti, intendere in due modi: (a) basato primariamente alla loro reperibilità in rete, nell'idea che questa situazione di fatto rappresenti un ottimale "bilanciamento naturale"; (b) basato sulla rappresentatività ed importanza normativa (esiste una riconosciuta gerarchia di importanza delle fonti di normativa) o giurisprudenziale (l'uso nelle raccolte di giurisprudenza è in genere di privilegiare la Corte di Cassazione rispetto alle Corti di merito) degli atti. Nel caso del subcorpus normativo si è tentato una modesta correzione di (a) in base a (b), in quanto i due criteri avrebbero prodotto risultati non perfettamente collimanti. Nel caso del subcorpus giudiziario, invece, i due criteri hanno prodotto risultati quasi collimanti (con l'unico problema che a causa della scarsa reperibilità online dei testi, tuttavia, la rappresentanza di alcune Corti "minori" è comunque troppo bassa per essere rappresentativa, e per ora troppo scarsi sono anche i giudizi di appello).
I DECRETA SABAUDIE DUCALIA tam uetera q(uam) nova ad | iusticiam
et rem publicam gubernanda(m) che fanno mostra di sé nella homepage, in sé peraltro
un incunabolo assai importante, stampato dal borgognone Johannes Fabri Lingonensis (Jean Le Fèvre) in
Torino il 17 novembre 1477, sono il primo libro di Statuti mai stampato (ed in assoluto
il quinto libro stampato in Piemonte).
Il volume, curato dal Consigliere (ducalis consiliarius) Petrus Cara, contiene il codice
emanato da Amedeo VIII, Dux Sabaudie e Comes Pedemontium, nel 1430 «with some additional
edicts of the infant duke Philibert & his mother the duchess-regent Yolande. The Savoyard
constitution, although fundamentally monarchical, owes much to the spirit of the free
city-states of Italy. Thus the chancellor (the supreme minister) cannot be appointed without
the approval of the council; the nobles are forbidden to keep armed guards, or to exceed
a certain measure of pomp & splendour; & the clergy (although exempted from the civil
penalties of fornication) are forbidden to baptize the Jews by force, to interrupt their
festivals, or to violate their holy places. The same principle, of submitting the powerful
to the restraint of law, dictates a host of restriction on the officials, whose titles &
duties are (most usefully for the historian) explained in full. The supplementary edicts are
designed to render judicial proceedings more regular & more fully recorded» (Frognal
Bookshop Catalogue for the Amsterdam Book Fair, 1975, p. 14).
Il foglio a dei Decreta Sabaudie Ducalia, dove
iniziano gli Statuti di Amedeo VIII. Oltre al suo valore giuridicio e storico, questo incunabulo
è anche importante per la storia del libro, in quanto sembra essere il primo libro in assoluto in cui
tutte le informazioni (cioè la datatio topica e chronica ed i dati dello stampatore)
precedentemente consegnate al colophon, alla fine del volume, sono spostate in testa al primo foglio,
secondo quella che diventerà la prassi dei moderni frontespizi. Questa innovazione è di solito
attribuita al nostro stampatore, e tra la ventina scarsa delle sue opere che ci sono pervenute,
questa è la prima a presentarla. Johannes Petri è stato anche il primo stampatore attivo in Piemonte,
e le sue stampe usano l'elegante carattere "romano" di Nicolas Jensen (giusto alterato in pochi caratteri).
Edizioni successive di questo volume sono note almeno per il 1487 ed 1505.
Questo incunabolo è naturalmente ben noto nella letteratura bibliografica. Ricordo almeno: B.M.C VIII 1054,
Hain-Cop. 14050, IGI 8484, Oates 2696, Goff S-1, Fontana III. 75.
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