In genere, quando si compie qualche ricerca sulla Rete, è buona
consuetudine partire dai portali e dai motori di ricerca più specifici rispetto all’argomento
ricercato. Siti cinesi (specie taiwanesi) di tal genere non mancano di
certo, ma risultano poco consigliabili ai nostri fini: proprio perché
sono “nativi”, ossia prevalentemente (tranne poche scritte, perlopiù pubblicitarie,
in inglese) redatti in cinese, oltre ad essere difficilmente comprensibili
non sono come tali (se non si sono ancora affrontate le procedure per
sinizzare il proprio PC, di cui parleremo in séguito) neppure visualizzabili
correttamente sui nostri schermi. Fornisco comunque
almeno due esempi taiwanesi, uno con anche qualche parte in inglese ed uno senza,
che probabilmente varranno più come caveat
che non come effettive risorse di informazione:
La cosa migliore da fare è senz’altro ricorrere ai consueti motori di ricerca internazionali; Google, Altavista e Yahoo, in particolare, sono ben aggiornati su risorse asiatiche, ed Altavista e Yahoo, in particolare, sono spessissimo usati anche in Cina e Taiwan. Di Yahoo, anzi, esiste addirittura una versione nativizzata per Taiwan:
Fino a pochi anni fa esisteva anche un portale - motore di ricerca dedicato all’oriente in genere ma completamente in inglese, Asia-Top, che purtroppo ha chiuso le attività. Una nuova risorsa molto utile (soprattutto una volta che abbiate sinizzato il vostro PC) è la versione di Google modificata da Marjore Chan per condurre ricerche vuoi in inglese vuoi in cinese nello stesso interfaccia:
Come accennavamo, non è qui il caso di rimandare a siti propriamente
scientifici su lingua e cultura cinesi, anche se ve ne sono molti, in
quanto sono in genere troppo specialistici e fuori portata rispetto agli
obiettivi presenti. Qui mi limito a pochi riferimenti (che hanno perlomeno
il vantaggio di essere in inglese e di non richiedere in genere di avere
il PC già predisposto alla visualizzazione dei caratteri cinesi): il primo
è accademico ma piuttosto ricco di argomenti culturali oltre che tecnici,
il secondo è più abbondante di spunti anche informatici e pratici, il terzo,
poi, copre anche argomenti di carattere più generale, ed il quarto è infine più di attualità ed
informazione giornalistica:
Ho parlato di “vantaggio di essere in inglese”: è infatti da dire che su lingua e cultura cinese in italiano (al di fuori dei siti di interesse accademico) non c’è molto di utilizzabile. Un esempio potrebbe essere il sito seguente, che comprende anche alcuni testi (come immagini JPG) con testo a fronte, ed una pagina sulla calligrafia:
Un sito un poco più linguistico ma che, se usato con precauzione (la “traduzione” dei nomi occidentali in cinese può riservare a volte strane sorprese), può riuscire di qualche utilità è quello che consente di farsi scrivere il proprio nome in cinese (e che offre anche molti links più “colti” sull’onomastica cinese):
Sempre utili possono essere siti che offrono immagini della Cina, dalle scene paesaggistiche ai monumenti storici, come:
Per avvicinarsi ad una determinata cultura è spesso utile la consultazione dei suoi principali quotidiani (specie se ne è disponibile online una versione internazionale in lingua inglese). Purtroppo nel caso del cinese gli ostacoli grafici e linguistici sono i soliti: a titolo di esempio, comunque, si può guardare:
In effetti il People Daily, uno dei più importanti quotidiani della Cina popolare (una sorta di Herald Tribune cinese, per intenderci), è disponibile anche in versioni in più lingue occidentali (non l’italiano, però), solo che le testate sono spesso tra loro diverse, sicché non puo essere usato come un vero testo a fronte, anche se si può prestare ad interessanti confronti culturali:
Di puramente linguistico, come accennavo,
non c’è molto da consigliare che sia facilmente alla portata od utile
in questa prospettiva. A chi volesse, comunque, una buona introduzione,
accessibile ma esauriente, alla lingua cinese non si può che raccomandare
Abbiati 1992, che è pure autrice della migliore grammatica cinese disponibile
in lingua italiana (Abbiati 1998); quanto poi ai dizionari, in lingua
italiana vi è Viotti Bonfanti 1991, ma per ogni utilizzo al di là dell’elementare
è imprescindibile il dizionario standard pinyin (il pinyin
è il sistema di trascrizione ufficiale impiegato attualmente nella Repubblica
Popolare Cinese) cinese - inglese edito a Pechino, la cui ultima revisione
è Wei 1995.
La trascrizione del cinese è l’unico argomento linguistico per il quale penso sia bene spendere qualche parola, fornendo almeno un indirizzo utile. Accanto al pinyin che ho appena menzionato vi sono stati (e vi sono) infatti altri sistemi di trascrizione, di cui è bene avere conoscenza anche per scopi modesti: la maggior parte dei personaggi cinesi conosciuti attraverso i libri di storia, arte e letteratura sono tuttora noti in occidente prevalentemente nella trascrizione Wade-Giles (sistema ancora ufficiale in Taiwan e che ha goduto fino a tempi molto recenti di popolarità pressoché assoluta tra i sinologi), e gli schedari (anche elettronici) di molte biblioteche, specie americane, utilizzano il sistema Yale.
Esauriti – si fa per dire – i preliminari linguistici, veniamo ora ad affrontare tematiche più direttamente legate alla didattica e di più diretto interesse per chi in questo settore opera.
Una prima domanda che è bene porsi è come sia organizzata l’istruzione in Cina. È infatti opportuno conoscere quale sia la realtà di provenienza degli allievi: il livello di istruzione di partenza su cui si può contare ed il tipo di rapporto con la scuola che i propri alunni hanno sviluppato sono informazioni preziose per l’educatore. I primi due siti seguenti forniscono alcune utili notizie su questo soggetto, mentre il terzo è rivolto ad interessi più specialistici in materia:
Utile come termine di paragone è anche conoscere quel che si fa in altri paesi. Particolarmente interessante, e da tenere presente per trarne ispirazione adattandolo alla diversa realtà italiana, è quanto si è fatto negli Stati Uniti, dove le iniziative legate al progetto C-HCP ed al database C-ERIC sono di vastissime dimensioni ed hanno anche posto a disposizione una larga messe di documentazione e di materiali didattici:
Interessante è anche dare uno sguardo alla bibliografia cinese esistente per bambini e ragazzi (fiabe, narrativa, ecc.), anche se questa, quando bilingue, è quasi tutta sviluppata dal punto di vista di realtà anglofone. Un sito atto allo scopo è il seguente, in cui la documentazione è estesa anche al Tibet, e vi sono eventuali riferimenti alla reperibilità dei testi su siti di vendita online:
Qualche libro per bambini concernente il cinese esiste in effetti anche in italiano, anche se non sul Web. Di attualmente in commercio (ho controllato in una libreria specializzata: Il Delfino, Piazza della Vittoria 11a, Pavia, Tel./Fax 0382-539384) vi sono ad esempio Dodici lune e dodici soli e Un sogno tuttte le notti delle Edizioni Motta Junior, centrati sui logogrammi cinesi; senz’altro da segnalare anche Il cavallo e il fiume nella bella collanina della Carthusia di favole bilingui (i libri si presentano come scenari con delle figurine dei personaggi della favola da ritagliare e da animare, mentre il retro si presta alla doppia lettura; tra le lingue vi sono albanese, wolof, tagalog, ecc.).
Venendo alla situazione specifica italiana, utili informazioni generali per la glottodidattica elementare dell’italiano sono offerte sul sito ALIAS dell’Università di Venezia, coordinato dal Paolo Balboni. Tra i moduli didattici del sito si trova quello intitolato L’allievo cinese di Barbara D’Annunzio, che sarà proficuo confrontare con il suo corrispondente americano (ERIC Digest) di Jianhua Feng, Asian-American Children: What Teachers Should Know; praticamente assai utile anche la Bibliografia raccolta ancora una volta dalla D'Annunzio.
La bibliografia esistente sulla situazione americana è naturalmente molto più ricca che non per quella italiana. Oltre al contributo di Jianhua Feng sopra segnalato, si può attingere anche alle non poche risorse elencate nel sito del National Clearinghouse for English Language Acquisition:
In Italia, a livello di amministrazioni locali, dove le comunità cinesi sono più numerose incominciano a tenersi corsi appositi per insegnare italiano ai bambini cinesi; si vedano, ad esempio, quelli tenuti dalla Civica Scuola di Lingue e Culture Orientali di Milano, cfr. per informazioni:
Piccoli aiuti pratici potrebbero inoltre venire dal sottoriportato Audio Tutorial of Survival Chinese, che raccoglie una collezione di files WAVE e MIDI con frasi utili che vanno dal “buongiorno” al “come ti chiami” allo “sta’ bravo”:
Un altro importante capitolo da affrontare è quello del software glottodidattico. In inglese vi è un’ampia offerta di programmi, perlopiù di origine taiwanese. Una delle pagine più complete in questo settore è quella di GyCom; per l’insegnamento elementare del cinese sono invece note la pagina di ChildBook (che vende libri, video e software per l'insegnamento elementare del cinese a bambini e famiglie). Meritano inoltre di essere segnalati anche alcuni software per l'apprendimento del cinese a prezzo accessibile: il ben noto shareware Chinese Trainer DrDo ($39.95), e lo specifico per la fascia di eta 9-12 anni Lets Play Vocabulary ($ 14.50) di MyFamilySoftware:
Il panorama italiano è prevedibilmente molto più povero. La nota pagina bolognese Kidslink di software freeware italiano didattico di base non ha, in effetti, materiale specifico per sinofoni, ma qualche programma multilingue comprendente anche l’italiano è segnalato sul sito di GyCom, e, soprattutto, è stato presentato nel 1999 alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna Piccolo Drago, un programma su CD-ROM dal costo contenuto (37.18 euri) appositamente studiato per insegnare l’italiano ai bambini cinesi:
L’argomento è molto vasto, e le risorse a disposizione sono numerosissime:
si veda anche solo l’elenco generale di Software houses con programmi
multilingui presente in questa pagina di GyCom:
Per non perdere la rotta in questa navigazione, mi atterrò al concreto, partendo dall’essenziale, come avere sul proprio PC i caratteri cinesi, per affrontare poi il problema di visualizzarli sulla Rete, ed, infine, di come scriverli.
La soluzione più radicale è naturalmente quella di “nativizzare” completamente il proprio PC, installando una versione localizzata di Windows, di Office e di ogni altro programma di cui si abbia bisogno. Tale soluzione, oltreché costosa (si veda ad esempio il sito di una nota ditta di software localizzato riportata qui sotto) non è pratica per la maggior parte delle situazioni didattiche che posso immaginare in Italia, in quanto si avrà una macchina completamente ed esclusivamente cinese, anche in tutti i menu e messaggi di sistema.
La soluzione minimale è, invece, quella di installare dei fonts di caratteri cinesi, cosa che sembra abbastanza ragionevole a dirsi ma che presenta molti inconvenienti pratici, che risulteranno evidenti una volta introdotte alcuni informazioni di base. La pagina (canadese) di riferimento per i fonts cinesi comunque è:
Un primo dato riguarda il numero dei caratteri cinesi esistenti: il dizionario più ricco ne elenca circa 56.000, ma il più diffuso e normativo dei dizionari monolingui ne presenta “solo” 11.000, ed è normalmente valutato in circa 2.500-3.000 il numero dei caratteri necessari per la lettura di un quotidiano (cfr. Abbiati 1992, 102-103). Il secondo dato fondamentale è che ne esistono due batterie distinte: i “caratteri semplificati” sono in uso ufficiale nella sola Repubblica Popolare Cinese, mentre i “caratteri tradizionali” (o “non semplificati”) sono in uso ufficiale a Taiwan ed in tutte le altre tradizioni grafiche che ricorrono, in varia misura, ai sinogrammi (Giappone, Corea, ecc.). Oltre a ciò, va anche saputo che esistono “caratteri regionali” non usati nel cinese standard, ma a volte molto diffusi: per menzionare un’area culturale ben nota anche in Italia grazie alla proliferazione dei ristoranti cinesi, discreta parte del lessico gastronomico è di origine cantonese e presenta caratteri che inutilmente si cercherebbero in un dizionario di cinese standard.
Ora, il formato di fonts nativo in Windows è il True Type (TTF), che è normalmente organizzato secondo lo schema ANSI, che prevede soli 255 codici per ogni tavola di caratteri (e tale schema è riprodotto anche nei fonts Postscript PSF di Adobe): con questo standard è evidente che la gestione di un sistema di anche solo 3.000 caratteri diventa piuttosto macchinosa. A partire da Windows ed Office 97 è finalmente possibile usare lo schema di codifica Unicode (cfr. la pagina sotto riportata) che rende possibile la creazione di tavole di caratteri di dimensioni quasi illimitate (l’attuale versione completa dello standard ha codificato 49.194 caratteri).
Al di là della configurazione materiale che i files di fonts possono avere (formato TTF o PSF, tavola ANSI od Unicode) la necessità di uniformità imposta dalla Rete ha prodotto l’organizzazione della massa di caratteri cinesi (semplificati o tradizionali, usati in Cina o Taiwan, Corea e Giappone) in codifiche standard, traducibili dalla maggioranza dei programmi. Le più diffuse sono Big5 (circa 13.000 caratteri; preferibile per i non semplificati; è lo standard prevalente in Taiwan) e GB (circa 7.000 caratteri, perlopiù usato per i semplificati; è lo standard prevalente nella Cina Popolare), ma vi sono anche standards CJK “unificati” per cinese giapponese e coreano. Un confronto tra codifiche diverse è ad esempio presentato nel seguente sito:
Altri indirizzi utili per reperire fonts cinesi sono la Dynalab (fonts Unicode commerciali, di ottima qualità con prezzi mediamente di $25 per set), China Dragon Beauty (fonts Unicode freeware), cui si può eventualmente aggiungere il supplemento cantonese per Big5 fatto dall’amministrazione di Hong Kong (HKSCS “Hong Kong Supplementary Character Set”, contenente 4,702 caratteri in uso ad Hong Kong e nel Cantonese in genere), la cui ultima versione, HKSCS-2001, è stata pubblicata nel dicembre 2001. Visto il gran numero di ristoratori cinesi in Italia, la richiesta di caratteri regionali per poter scrivere un menu sul computer di scuola non è poi così peregrina come d’acchito potrebbe sembrare.
A questo punto si può facilmente comprendere come la soluzione “più semplice” per rendere accessibile il cinese al proprio PC - installare i fonts cinesi - potrebbere non essere poi così semplice.
Iniziamo partendo dal presupposto che i PC che avete a disposizione da sinizzare non siano nuovissimi e con sistemi operativi dell'ultima generazione, come spesso succede. Bisogna comunque controllare che il proprio sistema consenta o meno l’Unicode (nei sistemi Windows lo è sostanzialmente a partire dalla versione W2000), disporre di almeno un fontset tradizionale ed uno semplificato, e possibilmente di almeno due standards (Big5 e GB) per garantire una buona visualizzazione della Rete al sistema. Scrivere, ovviamente, comporta una penosissima ricerca manuale di ogni singolo carattere tale da sconsigliare senz’altro la procedura, ma, una volta procurati ed installati fonts adeguati, almeno la visualizzazione delle pagine Web risulta più o meno automatica, anche se vari problemi possono sempre nascere a seconda dei browsers e della coincidenza o meno delle codifiche tra pagina remota e PC locale. Vi sono allo scopo molti siti che forniscono informazioni specifiche su singole configurazioni, come ad esempio:
Anziché scegliere, scaricare ed installarsi direttamente i fonts, se l’unico requisito desiderato è quello di visualizzare pagine Web, mails e news con caratteri cinesi, una soluzione indubbiamente più sbrigativa e dai costi relativamente limitati è quello di acquistare un “CJK viewer”, ossia un plugin che abiliti il proprio browser a riconoscere e visualizzare automaticamente i caratteri (“C” cinesi, “J” giapponesi e “K” coreani) corretti: Asia Surf era fino a poco fa il più economico (dai 10 ai 20 $), ma funzionava solo per le versioni 3.x di Explorer e Netscape (oltre che per Eudora, Lotus mail e AOL), ed è ormai difficile da reperire, essendone apparentemente ormai dismessi distribuzione e sviluppo da parte della Dynalab; NJ Viewer è invece più caro (49 $), ma funziona per la maggior parte dei browsers in qualunque versione di Windows (3.x/95/98/ME/NT/2000/XP); la Asian Suite della Union Way è invece una soluzione più professionale ma anche più pesante (non fosse che economicamente: $139 la versione più ridotta, $599 la più completa), consigliabile solo a chi voglia costruire siti con testo anche in cinese:
Infine, per davvero scrivere in cinese sul proprio PC e non limitarsi a visualizzare pagine altrui od a scrivere una manciata di caratteri cercandoli a mano e con stenti direttamente nei fonts, è praticamente indispensabile l’acquisto di un programma di videoscrittura apposito. Tutti i programmi presenti sul mercato, di cui riporto qui sotto i principali, hanno da uno a più fonts in bundle, ed i prezzi possono variare anche molto in base a tale dotazione ($99-329 NJ Star; $199-299 Twinbridge; $69-259 Asian Gateway). Asian Gateway, forse, è il meno interessante come proposta per il pubblico italiano, dato che la documentazione è prevalentemente cinese, e che non è acquistabile semplicemente con carta di credito via Web. Si tenga invece presente che Twinbridge è piuttosto ricco di fonts (20, in versioni semplificate e non, Unicode e non), ma che NJ Star riesce di solito di più facile uso ad utenti inesperti, anche se la sua configurazione di prezzo ($199) equivalente a Twinbridge ha solo 2 fonts in varie versioni; Twinbridge, inoltre, offre minore compatibilità con XP, che invece è ottima con NJ Star.
Abbiamo or ora menzionato XP, il sistema operativo Microsoft più recente.
In effetti se partite da una piattaforma di questo tipo, alcune cose sono più
semplici che in precedenza: Unicode è supportato nativamente, ed è completamente integrato col sistema, che
giunge già attrezzato di default con un font che comprende anche i caratteri CJK,
senza che dobbiate cercare fonts aggiuntivi. In realtà questo, alla prova, non si rivela
del tutto vero, dato che dal font mancano non pochi segni, tra cui anche qualche carattere
molto frequente come il nu3 di 'donna'; ma per scopi modesti può comunque bastare.
Una volta scelto direttamente in procedura di istallazione del sistema operativo od in seguito
dal Pannello di controllo (menu Opzioni internazionali | Lingue) di installare anche
"i file delle lingue dell'Asia orientale", la navigazione in siti cinesi dovrebbe essere in genere
garantita anche senza appositi CJK Internet Viewer.
L'integrazione si estende inoltre anche alla suite di programmi di Office: potete infatti utilizzare
il font Microsoft con i caratteri cinesi direttamente da Word, sia pure con alcune limitazioni pratiche.
Non è qui il luogo per illustrare minutamente il funzionamento di tutti questi programmi di videoscrittura (NJ Star, Twinbridge, CineseGateway e Word XP), ma vorrei almeno notare come vi siano molteplici modalità possibili di immettere il testo cinese: NJ Star ne consente una ventina, ma Word solo uno e, da questo punto di vista, non può ragionevolmente essere considerato una valida alternativa agli altri programmi, a meno che non se ne faccia un uso relativamente occasionale. Esempi dei metodi di immissione più sofisticati (supportati tanto da NJ Star come da Twinbridge) possono essere il sistema di riconoscimento di scrittura (si può disegnare il carattere tratto per tratto usando il puntatore del mouse sullo schermo) e quello di riconoscimento vocale. I metodi più importanti sono comunque quello che parte dal pinyin e quello che parte dai tratti dei caratteri. Il primo, orientato in senso alfabetico (si scrive in alfabeto latino e poi si scelgono sillaba per sillaba i caratteri che vengono proposti dal programma) è quello che riesce di maggiore comodità a noi occidentali, mentre il secondo, orientato in senso grafico (si scelgono i caratteri in base al numero dei tratti di cui sono composti), segue il procedimento tradizionale cinese di classificazione dei caratteri ed è particolarmente comodo per i cinesi già scolarizzati in patria. Attrezzare un PC con un programma di videoscrittura cinese, quindi, viene opportunamente incontro alla duplice esigenza, cui accennavamo all’inizio, di agevolare da un lato il mantenimento della cultura linguistica originaria dello straniero, e dall’altro di creargli un ponte con la nostra tradizione occidentale.
Fin qui abbiamo parlato principalmente del mondo Windows; se passiamo nell'altra faccia della luna, ossia nel mondo Linux, molti dei problemi di costo che abbiamo sottolineato scompaiono, ma il prezzo da pagare è invece un maggiore sforzo informatico (comunque superabile!) per diventare operativi. Quasi tutte le istruzioni necessarie per attrezzarsi (procedure e programmi) sono illustrate nell'apposito Howto mantenuto dal Linux Documentation Project; alcuni utili strumenti sono disponibili alla pagina di MetaLab:
(0) | Introduzione. | ||||||||
(2) | Arabo. | ||||||||
(3) | Bibliografia essenziale. |